La Cornamusa Scozzese
Pochi strumenti musicali al mondo sono così fortemente caratterizzanti la tradizione e lo spirito di un gruppo di persone quanto la cornamusa scozzese.
La Great Highland Bagpipe, cioè letteralmente la Grande Cornamusa delle Highlands [scozzesi] è infatti uno strumento musicale conosciuto in tutto il mondo e che conta ormai centinaia di migliaia di suonatori dilettanti, come professionisti. Viene disinvoltamente utilizzato per molti generi di musica, da quella tradizionalmente scritta per lei alle contaminazioni con musiche di diverse e altre culture, via via fino al Rock e al Pop.
Questo a dispetto del suo carattere austero e della limitatissima capacità tonale e dinamica. Probabilmente il fascino che essa esercita su così tante persone è dovuto in gran parte a due fattori preponderanti: il suono inconfondibile e l’associazione che si fa tra questo strumento e l’identità stessa scozzese, con le sue contraddizioni e la perenne voglia di nazionalismo e indipendentismo. Tecnicamente si tratta di una forma particolare di un’intera famiglia di strumenti musicali aerofoni a sacca, probabilmente l’evoluzione di precedenti forme di cornamusa le cui origini però si perdono nei secoli scorsi senza che ci sia un’evidenza certa della sua introduzione nel territorio scozzese. Diversi soggetti rivendicano la paternità dello strumento: irlandesi, francesi, inglesi e perfino italiani.
Nella sua forma attuale, estremamente ingegnerizzata, è una delle meno complesse forme di cornamusa, semplice da descrivere e limitata ad una sola ottava (in realtà una nona di nove note) di estensione senza possibilità di cromatismi. Cioè parliamo di uno strumento musicale in grado di produrre nove sole note e niente più. Probabilmente, nel tentativo di impreziosire la sua desolante semplicità vennero aggiunte canne di bordone a tono fisso e nella tecnica dell’esecuzione venne aggiunta una complessa articolazione di abbellimenti e ornamentazioni per rendere più interessante il tessuto melodico.
La potenza del volume di suono generato dal chanter (la canna melodica) e dai bordoni (drones) ha poi fatto sì che diventasse ben presto uno strumento musicale militare, accordandosi perfettamente allo spirito già di per sé bellicoso e riottoso degli scozzesi. Nel tempo è poi diventato a tutti gli effetti uno strumento emblematico tanto che oggi col termine “cornamusa” si tende ad identificare quasi univocamente la cornamusa scozzese.
Alla fine essa è uno strumento di grande dignità e possiede tutte le caratteristiche per essere definito, insieme all’arpa celtica e ad altri strumenti, la manifestazione della cultura gaelica. Ha un suo proprio repertorio “classico” definito Piobaireachd (pron. pìbroch, con la “ch” dura come nel nome Bach) che tradotto approssimativamente significa “il suonare la cornamusa”.
Apprendere a suonare la cornamusa non è né meno né più difficile dell’apprendere qualsiasi altro strumento a fiato e come tale richiede molta dedizione e studio costante, non solo dello strumento in questione, ma di tutta la tecnica musicale. Non è uno strumento facile (ma nessuno strumento musicale lo è, in fondo) e presenta la fastidiosa caratteristica di possedere un volume fortissimo, cosa che lo rende problematico da suonare negli attuali contesti urbani. L’istruzione e l’allenamento perciò si eseguono su un piccolo strumento imitativo, definito Practice Chanter o chanter da studio, che altro non è che una riproduzione in scala naturale del solo chanter della cornamusa ma dal suono molto più mite e adatto ai moderni appartamenti.
Questo mio sito web, ormai storico punto di riferimento, vi porterà passo dopo passo – attraverso una certa quantità di articoli specifici – a conoscere lo strumento nei suoi più fini dettagli. Se poi voleste imparare a suonarlo potete leggere la sezione dedicata all’apprendimento e alla mia scuola di cornamusa scozzese, attiva dal 2004.
Grazie e buona lettura.